SCUOLA PROFESSIONALE

Un edificio organico che si abbassa quasi a prostrarsi di fronte al fiume, edificio che non cerca di alzare la voce e di mettersi in competizione con il contesto naturale, cerca invece di trovare nel luogo stesso quelle sinergie programmatiche che ne definiscono il volume. Le parti necessariamente più alte sono state allontanate, non sono mai percepite, lievi inclinazioni, pareti e copertura si piegano e deformano la prospettiva così da rendere l’edificio quasi sfuggente, cercando di non porre l’accento su un oggetto che per la sua funzione assume una dimensione importante. Un elemento organico quindi, uno zoccolo che si innalza solo quando necessario, sormontato da un nastro che si modella, piega, avvolge, accoglie e si abbassa fino a toccare terra. Il basamento stesso si arretra per rendere questo nastro ancora più leggero e fluttuante. Il rivestimento in rame ricerca una naturale matericità proiettando cromie naturali, accogliendo riflessi e mutando col passare del tempo e delle stagioni. La corte interna accompagna e raccoglie la vegetazione che, nonostante la presenza della strada arginale, si rapporta con la riva senza soluzioni di continuità quasi a voler farne parte senza mutarne gli equilibri. Gli spazi vitali gravitano attorno a questa corte permettendo di cogliere il rapporto acqua-verde-natura.
I due accessi distinti cercano di avere una connotazione univoca e funzionare in modo indipendente rendendo così possibile accogliere la volontà dell’istituto di rendere fruibili alla comunità alcuni spazi. L’accesso da via Palestro potrà essere utilizzato per accogliere i fruitori esterni della palestra o gli invitati agli eventi organizzati dalla scuola. L’ingresso da via Solferino, oltre ad avvicinarsi alla stazione, diviene funzionale alla normale attività didattica. Entrambi gli accessi però convergono nella Hall principale tramite un varco su via Solferino e una passeggiata coperta, all’interno della corte, da via Palestro.